L’idea di una camera oscura esiste dal 400 a.C., quando il filosofo cinese Motzu notò che la luce di un oggetto illuminato quando passava attraverso un foro stenopeico su un muro in una stanza buia poteva creare un’immagine invertita.
Il riferimento non è dunque alla “camera oscura” intesa come ambiente dedicato a laboratorio fotografico.
Ma alla cosiddetta “camera obscura“, anche detta “camera ottica” o “fotocamera stenopeica“; nel ‘500 e nel ‘600 venne perfezionato come dispositivo ottico composto da una scatola oscurata con un foro stenopeico sul fronte e un piano di proiezione dell’immagine sul retro dove si forma l’immagine capovolta.
Il sistema è alla base della fotografia e della fotocamera, per questo motivo gli apparecchi fotografici vengono ancora oggi chiamati “camere“: le prime camere oscure erano infatti delle vere stanze al cui interno i pittori e gli scienziati lavoravano.
Mancava solo un supporto per memorizzare l’immagine, che furono poi le lastre, le pellicole e successivamente i sensori digitali.