“Nessuno dovrebbe dimettersi dal carcere senza esser mai stato fotografato” disse il fisiognomico CESARE LOMBROSO, fondatore dell’antropologia criminale, che trovò nella fotografia un sistema identificativo che consentiva di raccogliere una galleria di ritratti destinati a diventare modelli di riferimento per gli studiosi.
Gli strumenti che permettevano la ripresa totale erano le cosiddette “GEMELLE DI ELLERO”: due macchine fotografiche sincronizzate per la posa contemporanea del soggetto di fronte e di profilo. In Italia, all’inizio del XX secolo, le “Gemelle di Ellero” entrarono a far parte del corredo giudiziario della Polizia di Stato.